CAMPIONE ITALIANO RANDONNEE' A SQUADRE 2022 e 2023
  STAGIONE 2005
Cognome Pantani  
Nome Marco
Nato il 13 gennaio 1970
A Cesena
   
   
   
Soprannominato "il Pirata", è stato uno dei migliori scalatori degli anni recenti. Ottenne i suoi migliori risultati nelle corse a tappe: è a tutt'oggi l'ultimo italiano ad avere vinto il Tour de France, nel 1998 (33 anni dopo Felice Gimondi) e l'ultimo ciclista in assoluto insieme a Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain ad avere vinto nello stesso anno il Giro e il citato Tour.

Escluso dal Giro d'Italia 1999 a seguito di un valore di ematocrito al di sopra del consentito, Pantani risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda e, pur tornato alle gare non molto tempo dopo, tornò solo sporadicamente ai livelli cui era abituato. Caduto in depressione, morì all'inizio del 2004 a Rimini, per arresto cardiaco dovuto ad eccesso di sostanze stupefacenti. Nella sua carriera ottenne 46 vittorie.

Carriera [modifica]

Nato scalatore [modifica]

Dopo essere stato giocatore di calcio, un giorno ricevette in regalo una bicicletta da suo nonno Sotero. Decise di tesserarsi nel G.C. Fausto Coppi di Cesenatico e mostrò subito indubbie doti di grande scalatore, vincendo molte gare. Nel 1990 è terzo al Giro d'Italia dilettanti, nel 1991 secondo e nel 1992 primo davanti di circa cinque minuti a Francesco Casagrande e Wladimir Belli. Nel 1993 partecipa al primo Giro d'Italia per professionisti, ritirandosi dopo poche tappe per una tendinite.

La sua esplosione come ciclista professionista avvenne al Giro del 1994 con le vittorie di tappa di Merano e Aprica (con il durissimo Mortirolo) e con il secondo posto in classifica generale. Al suo debutto nel Tour del 1994 finì terzo in classifica generale dietro a Miguel Indurain e Piotr Ugrumov, vincendo la maglia bianca come miglior giovane, pur senza riportare alcun successo di tappa.

L'anno successivo, arrivarono i primi successi di tappa al Tour, nella leggendaria Alpe d'Huez e nella tappa pirenaica di Guzet Neige. Anche grazie a questi successi riuscì a conquistare la tredicesima posizione della classifica finale nonché la maglia bianca. Nel Campionato mondiale disputatosi in Colombia quell'anno, si classificò terzo dietro Abraham Olano e Miguel Indurain. Proprio quando sembrava agli inizi di una grande carriera, venne investito da un'automobile durante la Milano-Torino, incidente che gli provocò la frattura in due punti di una gamba e il rischio di una prematura interruzione dell'attività agonistica.

Ritornò a correre nel 1997, ma al Giro d'Italia subì un nuovo incidente, nella discesa dal passo del Chiunzi, a causa di un gatto che attraversò la strada al passaggio del gruppo, e fu costretto al ritiro. Questa volta recuperò velocemente e ritornò in sella al Tour dello stesso anno, dove lottò a lungo per la maglia gialla, riportando altri due successi parziali ancora all'Alpe d'Huez, staccando Ullrich e Virenque,[3] e a Morzine. Pur prevalendo sulle salite delle Alpi e dei Pirenei, venne superato in classifica da Ullrich, che riuscì a recuperare il tempo perso grazie alle tappe a cronometro, nelle quali era più forte, portando la maglia gialla fino a Parigi; Pantani si piazzò al terzo posto della classifica finale dietro anche a Richard Virenque.

Il Giro e il Tour nel 1998 [modifica]

Nel 1998 Marco Pantani si impose al Giro d'Italia, nonostante il percorso non facilitasse le sue caratteristiche con poche montagne e molti chilometri a cronometro. Rivaleggiando con gli specialisti della lotta contro il tempo, come Alex Zülle, attaccò ripetutamente sulle montagne e fu in grado di guadagnarsi un margine abbastanza grande da compensare la sua debolezza a cronometro, raggiungendo la vittoria finale e numerosi successi di tappa. Decisiva fu la tappa di Plan di Montecampione quando Pantani, con Zülle ormai in crisi (finì il Giro quattordicesimo), attaccò ripetutamente Pavel Tonkov che alla fine, dopo un bel duello, cedette. Il romagnolo andò così a vincere la tappa e ad ipotecare il successo finale.

Nel Tour dello stesso anno, Pantani battè finalmente Ullrich, staccandolo di quasi nove minuti nella tappa di montagna conclusa a Les-Deux-Alpes.[4] Alla partenza Pantani aveva quasi 5 minuti da recuperare a Jan Ullrich: attaccò dunque sul Galibièr a quasi 70 kilometri dal traguardo e giunse all'arrivo in solitaria; dopo quella tappa il distacco non venne più colmato e Pantani divenne il primo italiano a vincere il Tour dopo Felice Gimondi nel 1965.

La sua vittoria fu notevole dato che per negli ultimi anni il Tour era stato vinto da passisti abili anche nelle prove a cronometro, come Miguel Indurain, Jan Ullrich e Bjarne Riis. Era dai tempi di Lucien Van Impe che uno scalatore "puro" non vinceva la classifica finale della corsa francese.

L'episodio di Madonna di Campiglio [modifica]

Le cose cambiarono per Pantani al Giro del 1999: la mattina del 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio, quando era al comando con parecchi minuti di vantaggio sul secondo in classifica e con ben quattro tappe già vinte, vennero resi pubblici i risultati dei controlli del giorno precedente, dai quali risultava nel sangue di Pantani un livello di globuli rossi superiore al consentito.Il valore di ematocrito riscontrato a Pantani fu infatti del 52%, contro il 50% .massimo valore consentito dai regolamenti, oltre al margine di tolleranza dell'1%.[5]

Pantani venne sospeso per 15 giorni, il che comportava l'esclusione dalla corsa rosa. Pantani, dopo aver spaccato per l'ira un vetro nell'albergo,[5] accerchiato dai giornalisti e accompagnato dai carabinieri mentre stava per lasciare la corsa, disse:

  « Mi sono rialzato dopo tanti infortuni e sono tornato a correre. Questa volta però abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile. »
 
(Marco Pantani[5])

Per Pantani quella avrebbe potuto essere la tappa dell'ulteriore consacrazione, vista la planimetria a lui favorevole: partenza da Madonna di Campiglio, arrivo all'Aprica, dopo la scalata del Mortirolo e oltre 50 km di salita. La tappa fu poi vinta dall'iberico Roberto Heras. Paolo Savoldelli, nonostante fosse subentrato a Pantani al primo posto in classifica del Giro, rifiutò di mettere la maglia rosa, simbolo del primato, rischiando una squalifica. La squadra del Pirata, la Mercatone Uno-Bianchi, si ritirò in blocco dal Giro.

Pantani rinunciò a partecipare al successivo Tour de France, pur se la sospensione di 15 giorni comminatagli glielo avrebbe consentito.[5]

Comunque Pantani non risultò mai positivo a un controllo antidoping. L'unica associazione del Pirata con le pratiche di doping è relativa alle dichiarazioni di Jesus Manzano, reo confesso, che cita Pantani in un contesto in cui si accusano vari ciclisti di alto livello degli anni novanta, organizzatori, tecnici e sponsor.[senza fonte]

Vengono alimentati in seguito dei dubbi su un eventuale "complotto" ai danni di Pantani. Celebre la lettera di Renato Vallanzasca alla madre del ciclista, Tonina, dell'8 novembre 2007. In breve Vallanzasca sostiene che un suo amico, habitué delle scommesse clandestine, lo abbia avvicinato cinque giorni prima del "fatto" di Madonna di Campiglio consigliandogli di scommettere sulla sconfitta di Pantani per la classifica finale, e assicurandogli che «il giro non lo vincerà sicuramente lui».[6]

Tour 1999 e Giro 2000 [modifica]

Pantani non partecipa di sua volonta al Tour del '99 fino a che non si fa luce su Madonna di Campiglio. In quel periodo la bicicletta non fa più parte della sua vita. Braccato dai media ed in preda ad una forte depressione, Marco resta chiuso in casa. Esce poco e non per andare in bici.Le poche volte che, con un guizzo d'orgoglio, torna in sella deve fare i conti con gli insulti dei passanti che lo etichettano come un dopato,il dopato d'italia. L'inverno, il più duro per un ciclista, del 1999 è per Pantani un periodo difficile. Già in quell'inverno suonano le sirene della cocaina. L'inizio del 2000 è un anno difficile, Marco fatica ad ingranare e la preparazione per il Giro si fa sempre più frammentata fino a diventare inesistente. Il problema della cocaina è superato in vista del Giro ma la preparazione fisica non è adatta ad una corsa così dura. Oramai nella Mercatone Uno si pensa ad un Giro senza Marco, con Garzelli capitano.A sorpresa Marco partecipa al Giro all'ultimo istante.La sua prova è incolore causa la forma non ottimale.E' spento e nelle salite non brilla.Risorge invece sull'Izoard dove fa da gregario al capitano Garzelli,poi vincitore della classifica generale, e va ad agguantare un secondo posto di tappa che fa ben sperare.

Gli anni successivi [modifica]

Nonostante un anno d'inattività, Pantani partecipò al Tour de France del 2000. Anche se fuori dalla lotta per gran parte della corsa, si mise in luce confrontandosi con Lance Armstrong sulla salita del Mont Ventoux. In quella dura tappa Pantani perse inizialmente terreno per poi recuperare e staccare tutti gli altri e addirittura il vincitore dell'anno prima, Lance Armstrong. Lo statunitense poi lo andò a riprendere, e i due arrivarono appaiati al traguardo, dove Pantani vinse.[7] Successivamente, Armstrong, durante un'intervista dichiarò apertamente d'aver lasciato la vittoria al Pirata.[senza fonte] Qualche giorno dopo Pantani decise di attaccare di nuovo, nella tappa di Courchevel: recuperò i fuggitivi (l'ultimo ad arrendersi fu José Maria Jiménez) e andò a vincere in solitaria, staccando lo stesso Armstrong di ben 50 secondi.[8]

Fu questa vittoria l'ultima della sua carriera. Il giorno dopo, nella tappa di Morzine con il duro Col de Joux-Plane poco prima del traguardo, Pantani attaccò alla prima salita, tentando di recuperare il distacco in classifica. La scarsa collaborazione con i compagni di fuga, il caldo e problemi intestinali (dissenteria) lo costrinsero però al ritiro dalla "Grand Boucle".[9] «Ho provato a far saltare il Tour, sono saltato io» disse dopo essere arrivato al traguardo con 13'44" di ritardo dal vincitore di tappa Virenque.[9] Nel 2001 e nel 2002 partecipò al Giro d'Italia ottenendo però scarsi risultati.

Gli ultimi lampi di classe del Pirata furono al Giro d'Italia 2003 dove lottò testa a testa con i migliori giungendo quattordicesimo nella classifica generale. Durante la tappa del Monte Zoncolan reagì allo scatto di Gilberto Simoni, che aveva staccato tutti. Pantani si mise all'inseguimento e l'unico a reggere il suo ritmo fu Stefano Garzelli. Per le energie spese però calò nel finale e arrivò quinto. Nella tappa di Cascata del Toce fece il suo ultimo scatto a 3 km dall'arrivo venendo ripreso da Simoni e finendo ottavo.

Nonostante l'episodio della squalifica a causa dei valori troppo alti dell'ematocrito, Pantani rimase popolare tra i suoi ammiratori, che non smisero mai di osannarlo e che preferivano pensare al grande scalatore del passato, ai suoi attacchi esplosivi sulle montagne che rendevano eccitante la corsa.

Il 21 giugno 2003 Pantani entrò in una clinica del Nord Italia specializzata nella cura della depressione e della dipendenza da alcol, uscendone ai primi di luglio per continuare le cure con i medici personali.[10] Nel 2003 iniziarono anche a girare le voci di una possibile tossicodipendenza favorita dalla grave depressione.

Tratto da www.wikipedia.it